Cinema, Gruppo e Psicoanalisi

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Cinema, Gruppo e Psicoanalisi

27 Maggio 2011, AULA II via dei Marsi 78, ORE 14,30 – 18,30

Relatori:

Paolo Boccara: Cinema e psicoanalisi

Sergio Stagnitta: Nota su “Gruppo e cinema”

 

Promosso dal Laboratorio di Psicologia Clinica e
e in collaborazione con ARGO, ricerca sul gruppo omogeneo

Il convegno resocontò molte esperienze raccolte da Paolo Boccara nella ricerca sul tema dell’incontro fra psicoanalisi e cinema. Da quel tempo quelle ricerche sono da lui state ordinate e riportate in un libro di pregio, scritto con Pino Riefolo e editato da Borla, che discute acutamente e con originalità vari aspetti tematici connessi con lo scambio disciplinare considerato a vari livelli. L’esame del campo apparentemente centrato solo sull’ incontro interdisciplinare, comportava piuttosto una visione multidimensionale dei problemi attuali della comunicazione visiva e verbale all’interno del gruppo sociale e delle istituzioni psicoanalitiche.

Anche la dimensione esperienziale, formativa e clinica proposta da Sergio Stagnitta ha avuto uno sviluppo notevole da quel tempo e si può dire che rientri a pieno titolo nelle ricerche su quello che è stato indicato come l’ “oggetto mediatore” – che in vari casi può aiutare efficacemente i gruppi di pazienti per i quali l’uso del pensiero verbale è impedito o di difficile accesso ed elaborazione. Chiare in questo senso in particolare le ricerche sul Photolangage di Claudine Vacheret, che descrivono vari fattori attivati all’interno del gruppo dall’introduzione dell’oggetto mediatore (nel caso dato la fotografia o serie selettiva di fotografie, associate ad una procedura).
Claudine Vacheret ha ampiamente trattato questa dimensione del processo di gruppo. Fra i vantaggi del metodo, rievocato dal convegno, principalmente la sua capacità di fare da maniglia per le relazioni di transfert frammentate o troppo conflittive, e per riuscire a semplificare e accelerare il processo di comparsa nel gruppo di scene e sentimenti profondi remoti, anche primari, stimolati più facilmente dalle immagini e dal lavoro delle catene associative, che possono diventare particolarmente produttive e condivisibili, essendo facilitate a formarsi.