Le fonti di Bion, R.D.Hinshelwood, N.Torres, Borla 2014, edizione italiana curata da S.Marinelli di Bion’s Sources, eds. N. Torres and R.D. Hinshelwood, 2013. London and New York: Routledge

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Notizie on line

Presentazione di Bion’s Sources, di Giovanna Goretti

Nota editoriale

Nota all’edizione italiana di Stefania Marinelli

 

 

 

Per notizie: v. il sito dell’editore, www.borla.it

 

• Per recensioni on line:

www.argo-onlus.it
www.funzionegamma.it

Da Unipress, Internet

Le fonti di Bion
Esplorazioni delle matrici dei suoi paradigmi

Il libro offre un capitolo di pregio (Matt ffitche, cap.14), che ci aiuta a comprendere la complessità delle motivazioni di Bion, anche nelle sue esplorazioni più difficili. Altri importanti e intensi capitoli del libro ci aiutano a comprendere il legame fra le esperienze traumatiche della vita personale di Bion e la sua evoluzione e fioritura analitica, che sono messe in relazione con la sua straordinaria conoscenza della mente e dei funzionamenti psicotici (vedi i contributi sull’importante legame di Bion con Rickman nel periodo dello slancio iniziale del suo interesse per i gruppi, di Vonofakos, Hinshelwood, cap. 9; quelli relativi alle sue esperienze di analisi, di Hinshelwood, Pines, cap. 8; e i cenni al suo percorso istituzionale, di Hinshelwood, cap. 5). Seguendo un andamento sinfonico più che storico e mantenendosi in relazione con l’evoluzione delle concezioni di Bion, uno dopo l’altro i capitoli ricostruiscono i vari aspetti che componevano quelle concezioni, e mescolano l’indagine psicoanalitica con la ricostruzione storica di carattere anche erudito e accademico: come nei capitoli che descrivono le consultazioni di Bion dei testi di matematici, al tempo in cui era interessato alla costruzione della sua Griglia e al tema della comunicazione scientifica in psicoanalisi e nella clinica psicoanalitica (Massicotte, cap. 13); o le sue letture di psicologia medica e sociale, quando indagava i legami di gruppo e quelle nel campo della filosofia panpsichista, quando approcciava la radice dei fenomeni di gruppo e la nozione di protomente (Torres, cap. 6).

• Presentazione

Di Giovanna Regazzoni Goretti

Bion’s Sources.

Parlerò di un libro di modeste dimensioni, ma di altissimo peso specifico, curato da un ricercatore presso l’Istituto Universitario di Psicologia di Lisbona, Nuno Torres e da uno psicoanalista inglese R.D.Hinshelwood*. Insieme hanno portato avanti un compito inconsueto: non la  rivisitazione di concetti bionani, che sono dati per acquisiti, ma una  indagine condotta nella direzione di rintracciare, dei concetti bioniani, le radici teoriche, l’area geografica e culturale di appartenenza. L’ampiezza e la densità feconda di tale area sono rappresentate sulla copertina dell’edizione inglese dal disegno di un libro aperto, le cui pagine risultano coperte da una fitta calligrafia, tanto fitta da apparire a uno sguardo distratto un esteso geroglifico. Solo a uno sguardo più attento riconosciamo, quasi con emozione, i titoli e gli autori che sono stati il pascolo per la mente affamata di Bion. Qualche esempio? The city of God, S. Agostino; Men of mathematic, Bell; Mind-Energy, Bergson; Treatise of the Human Nature, Hume; Paradise Lost, Milton; Principle of Mathematic, Bertrand Russel; Matter and Memory di Bergson e altri e altri, a formare una trama sottile e resistente e potente distesa sui secoli. Scrivono gli autori che la biblioteca di Bion non è ancora legalmente accessibile, quei titoli di libri – e quegli autori – in un modo o in un altro sono presenti e derivano dalle pagine stesse di Bion, sono mescolati al suo pensiero e talvolta succede – e qualcuno non ha mancato di segnalarlo – che non siano neppure citati. Appropriazione? Talvolta il dubbio viene. E talvolta qualcuno lo formula. Ma forse si tratta piuttosto di una consustanziazione emotiva e intellettuale, così intensa da elidere lo spazio della separatezza. Il lettore di Bion’s Sources finisce per avere un rapporto anche con loro, li accoglie nella mente, revenants da studi lontani, si rammarica di averli trascurati, è grato a Bion che ha permesso di tornare a incontrarli. Forse il piacere della lettura deriva anche da queste risonanze e da una onda vaga di nostalgia. Rimpianto?

Anche fatica, diciamolo, perché il lettore sia preparato a una lettura richiedente, richiedente come forse è giusto che sia la lettura. Ricordo un professore degli anni di università che diceva di studiare in piedi, davanti a un leggio. Riteneva che testi importanti richiedessero questa posizione.

Ecco, forse, Bion’s Sources – secondo l’etica di quel professore – è un testo da leggere in piedi.

Robert Douglas Hinshelwood è Membro della British Psychoanalytical Society; consulente per venti anni del British National Health Service, Professore presso l’Università dell’Essex; autore del Dizionario di psicoanalisi kleiniana.

 

Nota editoriale da Bion’s Sources
(traduzione di S.Marinelli)

Fonti di Bion

Un numero crescente di pubblicazioni si è interessato al lavoro di Wilfred Bion (1897-1979). Molti hanno cercato di trarre nuove idee dai suoi scritti; poca attenzione tuttavia è stata rivolta al contesto intellettuale in cui Bion scriveva.

Fonti di Bion traccia il percorso delle idee nuove di Bion e la funzione che egli attribuiva loro, in che modo riuscì a usare il suo contesto e come questo abbia fertilizzato la psicoanalisi. Autori esperti hanno contribuito in varie aree del contesto intellettuale, separato o adiacente alla psicoanalisi clinica britannica, che hanno evidentemente influenzato i testi lasciati da Bion (pubblicati durante la sua vita, o postumi). Alcuni esplorano le influenze derivate da Wilfred Trotter, Henri Bergson e la filosofia del processo, Kurt Lewin e le dinamiche di gruppo, Immanuel Kant, R.B.Braithwaite e la filosofia della scienza, i matematici della notazione e della trasformazione, come pure l’opera degli psicoanalisti che hanno applicato le loro teorie alla scienza sociale, alla psicosomatica, alla letteratura e alle scienze umane.

Contestualizzando Bion in una cultura più ampia di idee e togliendolo dal mondo esclusivo della psicoanalisi, Fonti di Bion mira a temperare il suo “genio”, dimostrando come esso fosse plasmato da ampie e diverse influenze. Il libro interessa psicoanalisti, clinici e quanti sono interessati alla storia delle idee psicoanalitiche.

Ringraziamenti: i curatori del libro e gli autori sono molto grati a Stefania Marinelli per la traduzione della loro opera.

Nuno Torres è psicologo clinico, ricercatore e lettore all’Università di Lisbona, Portogallo. Associato al Programma di Ricerca per la Formazione della International Psychoanalytic Association; membro della Society for Psychotherapy Research e Visiting presso il Centro Studi Psicoanalitici dell’Università dell’Essex.

R.D.Hinshelwood è Professore presso il Centro Studi Psicoanalitici, Università dell’Essex. Socio della British Psychoanalytical Society; membro del Royal College of Psychiatrists. Autore di numerosi libri e articoli. Fra gli studi recenti applicati al campo sociale: Observing Organisations, tradotto da Ananke, Osservare le organizzazioni (2000), curato con W.Skogstad; e nel campo metodologico Research on the Couch, tradotto da FrancoAngeli, Ricerca nel setting (2014).

 

• Nota all’edizione italiana
Di Stefania Marinelli

Leggendo e traducendo Bion’s Sources, curato da R.D.Hinshelwood e N.Torres, ci si mette in contatto con un linguaggio e una cultura molto diversi da quelli della lingua italiana. Diversità di linguaggio e di pensiero, e anche dell’universo psicoanalitico inglese, la cui cultura più pragmatica e la tradizione di studio filologico rigoroso contengono, pur se eclissato nella superficie, un profondo cuore che pulsa. Un cuore psicoanalitico legato alla ricerca epistemologica, alla tradizione kleiniana e alle evoluzioni della psicoanalisi delle relazioni oggettuali. E dunque legato all’idea, diversa dalla concezione temporale di Freud, del mondo interno come spazio, che connota la struttura primitiva della fantasia inconscia in esso collocata, non per santificarne la distruttività, ma per assegnarle una potente funzione dinamica evolutiva, sherpa di una fervida fiducia nel processo di conoscenza e possibile trasformazione dei funzionamenti psichici primitivi. Una fiducia, non presente in tutti i modelli psicoanalitici, che Bion nella sua instancabile opera di veritazione del processo psicoanalitico/sonda, ha ricostruito, ricombinando in costrutti teorici nuovi e fecondi i termini del conflitto fra la temporalità di Freud e la spazialità della Klein, fra la verticalità intrapsichica e la linea radiale della trama relazionale.

La sua figura, attraverso l’articolata e informata ricerca sulle fonti e la puntuale ricostruzione genetica dei paradigmi e della loro evoluzione, emerge ancora una volta definita con il volto umano e psicoanalitico dell’infaticabile ricercatore, che dedicò con eccezionale tenacia e creatività “il tempo della sua vita a dare significato all’esperienza” (Hinshelwood), anche a quella complessa della sua biografia, e a costruire modelli trasformativi in grado di contenerla e rappresentarla, e poterla comunicare.

Per questi e numerosi altri motivi riteniamo prezioso l’apporto di Bion’s Sources e della presente edizione italiana, che donano alla ricerca psicoanalitica, mediante uno sforzo di studio e comprensione dei significati, la spinta innovativa della teoresi bioniana, il suo esempio di metodo, e il calore della fiducia (o fede, come la chiamò Bion) da cui la creatività scientifica e artistica della psicoanalisi prende e dona vita.

La traduzione, letterale, ha scelto di privilegiare il rispetto del formato linguistico dei vari autori del volume e la specificità discorsiva del loro pensiero, sacrificando forse qualche possibilità di una maggiore eleganza della traslitterazione italiana e confidando in cambio in una discreta comprensibilità per il lettore dei movimenti di pensiero sottesi all’uso linguistico.

Ringrazio i curatori del volume, per il loro lavoro di pensiero e tessitura delle idee contenute nel testo e per la collaborazione alla realizzazione dell’edizione italiana Fonti di Bion. Gli autori, per i loro preziosi e originali contributi. Un ringraziamento in particolare a Giovanna Regazzoni Goretti, che nella Presentazione del libro riesprime con brevi e sostanziali parole il valore della ricerca sulle fonti e il pregio del lavoro. Ringrazio l’editore, Jessica D’Agostino, per la sua viva e attenta collaborazione.