1. Ciclo di seminari annuali a carattere clinico
alla Facoltà di Medicina e Psicologia
Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica
Portare all’università per gli studenti di Psicologia che si affacciano nel mondo del lavoro e la fine degli studi, il collegamento con il territorio e il legame professionale, fa parte di una tradizione preziosa che richiede impegno e abilità, specie nelle Facoltà di Psicologia, dove gli studenti del biennio avanzato ricercano sempre più esperienze dirette, al di là dello studio dei testi e della lezione frontale (v. Rassegna di Psicologia 2016). Anche se non sempre di facile accesso e non sempre generalizzabili, le forme pratiche di apprendimento sono importanti – come seminari, workshops, convegni tematici in grado di presentare e svolgere contenuti e rappresentazioni esperienziali ed eventualmente cliniche. Sono esperienze a volte anche intense, che circolano più ampiamente e immediatamente nei formati interattivi e meglio ancora se è possibile tenere conto di aspetti inerenti alle interazioni gruppali. Trasmettere l’esperienza psicologica e condurre gli studenti verso conoscenze coinvolgenti anche sul piano più diretto e personale è tanto più difficile quanto più utile.
Si tratta per lo più di esperienze che meglio possono realizzarsi all’interno del sistema-gruppo, su cui tanta parte dell’apprendimento e del gioco dei legami poggia. Nel gruppo ognuno riconosce una parte del suo sé ed è aiutato a individuarsi mediante le similitudini e le differenze con i suoi pari. Il gruppo al contempo sostiene, supporta e modula le fatiche dell’apprendimento e quando necessario crea anche un corpo coeso di pari, per sostenere meglio i suoi elementi più fragili.
L’esempio di un ciclo di convegni che ha portato in aula la scena della supervisione clinica in gruppo, coinvolgendo direttamente la catena associativa dei partecipanti, è stato proficuo per tutti: per i docenti; gli allievi della Scuola di specializzazione che ha contribuito all’organizzazione delle Giornate di studio; per gli studenti che hanno avuto modo di sviluppare ed esprimere valutazioni sul metodo e sul formato proposto: in particolare hanno visto di persona le possibilità evolutive delle generazioni professionali, data la poca distanza di età con gli specializzandi, che rappresentano un elemento rassicurante più prossimo dei distanti docenti esperti o idealizzati in icone spesso inaccessibili o inimitabili. In tutti i casi, che il libero coinvolgimento susciti adesione, contrasto, distanza o interesse, comunque semina spunti di riflessione e soprattutto di confronto in presenza dell’esperienza reale. E questo è davvero prezioso.
Un ringraziamento va per questi motivi alla Scuola dell’Accademia Medica per la Psicoterapia Psicoanalitica SAPP e al direttore Piero Petrini e la vicepresidente Annamaria Mandese che hanno portato la scena della supervisione clinica agli studenti come agli specializzandi.
1. La supervisione clinica e diagnostica in gruppo sui casi
21 febbraio 2015
Importanza della supervisione di gruppo
La supervisione di gruppo sui casi è la forma più matura di lavoro clinico. Il formato sociale consente infatti una catena associativa e ideativa che arricchisce i casi anche più complessi o più difficili o poveri e fa germogliare modelli nuovi. Un buon lavoro di gruppo se il dispositivo è ben condotto e lo scambio modulato può essere particolarmente creativo e produrre nuovi costrutti clinici a partire dal caso trattato.